Un errore clamoroso

Alfa Romeo Monza - Stephen Griswold

C’è un compleanno che vi ricordate come speciale? Quel giorno tanto atteso… perché qualcosa cambiava?
Per me fu il ventunesimo compleanno, finalmente arrivò il giorno in cui spensi le ventun candeline!

Ho già scritto dell’influenza che mio padre ha avuto nella mia vita, raccontando di uno scorcio della mia infanzia e della fantastica preparazione che ricevetti lavorando da bambino presso la FT Griswold Manufacturing Company, a Wayne, in Pennsylvania. Oltre ad acquisire competenze nel campo della lavorazione del metallo, fui contagiato dal fascino per la velocità su due e quattro ruote.

Appena compii ventun anni, mi iscrissi presso lo Sports Car Club of America per ottenere una patente da principiante. Fui davvero fortunato, perché mio padre mi regalò una Alfa Giulietta Spider Veloce nuova, perfetta sia come auto da strada che da corsa.
Dovetti solo montare un roll-bar e fu pronta per iniziare a frequentare la scuola. Quanto l’ho desiderato: ora potevo fare un corso di guida!

Per ottenere la patente da pilota principiante c’era un unico requisito: avere talento. Nel 1961, i corsi di guida non erano come li intendiamo ai giorni nostri: ti recavi per due weekend su un circuito e un istruttore saliva in auto con te, a volte ti prendeva il volante per mostrarti cosa fare e finiva tutto lì. In base ai risultati finali era possibile convertire il patentino in una patente nazionale.

Un unico requisito e una grande aspirazione. Avete già la risposta? Ricorderete che mio padre vinse la corsa su strada di Watkins Glen nel 1948, la prima corsa dopo la Guerra, e salì sul podio anche nelle gare precedenti, sulla sua Alfa P3.

Si, volevo diventare un buon pilota come mio padre e ci lavorai parecchio. All’università, avevo un coinquilino che veniva dalle Hawaii, di nome Bob Durant. Aveva corso nella SCCA (Sports Car Club of America) sulle isole e mi mostrò alcuni trucchi del mestiere. Per esempio, come usare la punta del piede e il tallone in frenata mentre si abbassa la marcia, utilizzando il pedale dell’acceleratore e del freno contemporaneamente.

Mi esercitavo a fare tutto ciò mentre guidavo sulle colline che circondano Berkeley. Bob era un eccellente insegnante ed io imparai molto velocemente. Al giorno d’oggi, queste cose vengono insegnate presso le scuole di guida da istruttori qualificati e con sussidi audiovisivi, ma noi ci arrangiavamo abbastanza bene.

Per il 30° anniversario della vittoria di mio padre a Watkins Glen, si tenne un evento storico organizzato dal Vintage Sports Car Club of America (VSCCA), così decisi di iscrivervi la Alfa Romeo Monza di Bob Harrison. Bob era il migliore amico di mio padre, nonché mio grande sostenitore.

 

Alfa 8C2300 Monza

La foto non rappresenta l’autovettura descritta nell’articolo

 

L’Alfa Romeo Monza si trovava a Berkeley, la caricammo sul rimorchio e partimmo per il lungo viaggio verso il Finger Lakes District a nord di New York. Quasi da una costa all’altra degli Stati Uniti, 2755 miglia – 4433 Km.

Ci vollero cinque giorni per compiere il viaggio e arrivammo senza problemi a Hammondsport, luogo di nascita del pioniere dell’aviazione Glenn Curtiss. Qui, la scuola superiore che lui frequentò è diventata un museo che custodisce molte fotografie e disegni delle sue motociclette e dei primi velivoli. A Curtiss è attribuita la costruzione del primo idrovolante e sono esposte fotografie del suo velivolo che atterra sui laghi nelle vicinanze.

Questa è la zona dove si produce anche del buon vino, il “Bully Hill” che è molto noto e noi contribuimmo, senza esitazione, a sostenerne i consumi.

La mattina seguente, ci recammo al circuito e scaricammo l’Alfa Romeo Monza. La VSCCA aveva reso la gara celebrativa del periodo prebellico, l’evento principale. Ci fu una buona partecipazione con molte auto, che includevano Bugatti Tipo 35B e 51, e BMW 328. Ero l’unico a parteciparvi con un’Alfa Romeo.

La sessione di prove si svolse senza contrattempi, fui il più veloce, e il mio amico, Bill Serri, sulla sua Bugatti 51 GP, registrò un tempo di una frazione di secondo più lento del mio. Avevo delle buone aspettative per la gara, specialmente perché si trattava del 30° anniversario della vittoria di mio padre sulla sua Alfa Romeo 8C 2900 B Berlinetta, speravo quindi di duplicare la vittoria “Griswold” con la mia Alfa Romeo Monza.

Dopo la partenza presi il comando della gara e Bill non fu in grado di tenermi il passo, ciò estese il mio vantaggio. Nessuno mi diede dei segnali, così aspettai semplicemente che apparisse la bandiera a scacchi. Ad un certo punto, lo starter appese una corda con un nodo scorsoio e me lo sventolò davanti, pensai che si trattasse dell’equivalente, nella VSCCA, della bandiera a scacchi, così rallentai e assaporai la vittoria. Ce l’avevo fatta!

A tre quarti del mio giro di celebrazione, Bill Serri mi sorpassò a piena velocità. Mi chiesi perché lo stesse facendo, poi ebbi l’illuminazione, schiacciai sull’acceleratore avvicinandomi alla scia di Bill, proprio quando la bandiera a scacchi fu sventolata per lui. Avevo mandato all’aria la gara ignorando la cosa principale di cui tutti i piloti sono a conoscenza: la gara non è finita fino a che non viene sventolata la bandiera!

Il nodo scorsoio che mi avevano mostrato rappresentava una tradizione della VSCCA, che indicava l’inizio dell’ultimo giro, sfortunatamente nessuno me l’aveva detto… Che delusione!!!