Elio De Angelis

Nigel Mansell, Colin Chapman e Elio De Angelis

Il giovane romano in tre anni passó dai kart alla F1. A 14 anni conquistò il titolo italiano di kart, vincendo l’europeo nel 1976. Il debutto in F1 avvenne con la Shadow e nonostante i limiti della monoposto, compì notevoli esperienze. Nel 1980 fu ingaggiato da Chapman. Nel primo GP dell’anno a Rio la pole position andò a Elio che precedeva Alboreto… era il 1984 e conquistò il terzo posto nella classifica iridata, un pilota italiano terzo non accadeva da 27 anni!

La sua convivenza con Senna non era facile, così nel 1985 accettò l’ingaggio dalla Brabham e dopo quattro gare la classifica era: de Angelis 20, Prost e Alboreto 18.
A Montreal, Alboreto vinse e confermò la superiorità della Ferrari. De Angelis, tradito due volte dal motore, uscì dalla lotta per il titolo.

Nel 1986 la tragedia sul circuito del Le Castellet: Elio stava provando la “sogliola”, la nuova Brabham-Bmw Bt55, ma un’uscita di pista a 300 all’ora, sulla doppia S della Verriere, gli fu fatale. La vettura si ribaltò più volte e poi prese fuoco. Lafitte, Jones e poi Mansell con i loro estintori cercarono di spegnere l’incendio. Morì il giorno seguente per asfissia.

Aveva vinto due GP, Austria e Monza, e conquistato tre pole position… si meritava molto di più. De Angelis era un ragazzo speciale, educato, simpatico, suonava il piano come un concertista, amava Gershwin. Un carattere deciso, un acuto senso di osservazione… scattante!
Uno dei migliori piloti italiani degli anni ottanta, sognava un futuro da campione del mondo… e noi con lui!