Lodovico, Ludovico o se preferite Lulu’, è stato un pilota eclettico, in grado di dare del suo meglio in una corsa in salita come su una F1. Il sostegno della famiglia, anche il padre fu appassionato alle gare, gli permise di debuttare con vetture ben preparate.
Scarfiotti si classificò primo di categoria alla prima corsa su una Fiat 500 C. La prima vittoria importante la ottenne alla Mille Miglia del 1956, su una Fiat 1100 TV elaborata da De Sanctis. L’anno seguente con una Fiat 8V, carrozzata Zagato, vinse il Campionato Italiano GT e il Trofeo della Montagna. Ripeté i successi nel 1958 con una Osca 1100. Migliorò le sue eccezionali doti da pilota, sia in circuito sia in montagna e ci fu l’ingresso nella squadra ufficiale Ferrari. Ottimi i risultati, con due vittorie: alla 12 Ore di Sebring con Surtees, e alla 24 Ore di Le Mans, con Bandini. Secondo posto alla Targa Florio. Sesto posto in Olanda, al suo debutto in F1. Chiuse la stagione con un gravissimo incidente.
Alla ripresa delle gare nel 1964 era in campo sempre con il Cavallino. Vinse, in coppia con Vaccarella, la 1000 Km del Nürburgring. Scarfiotti voleva dimostrare di non essere solo il figlio di papà che può permettersi le corse e arrivarono due anni straordinari. Nel 1965 vinse il Campionato Europeo della Montagna e ancora la 1000 Km del Nürburgring con una Surtees. Nel 1966 vinse il GP d’Italia con la Ferrari 312, il primo italiano dopo la vittoria di Ascari nel 1952.
Nebulosa la relazione con Ferrari… e nell’autunno del 1967 firmò il contratto con la Porsche per il campionato della montagna. Fu proprio in una di queste gare in salita, sul percorso del Premio delle Alpi a Rossfeld, che Ludovico perse il controllo della Porsche 910 e uscì di strada. Era l’8 giugno del 1968 quando perdemmo l’ultimo grande gentleman dello sport automobilistico.