Ferruccio Lamborghini

Ferruccio Lamborghini

Era il 3 febbraio del 1948 quando nella piazza di Cento, nei pieni festeggiamenti del patrono San Biagio, un giovane intraprendente espose il suo trattore: Carioca. Fu un vero successo per Ferruccio Lamborghini che dava l’opportunità agli agricoltori di acquistare una macchina agricola a un prezzo accessibile. Il giorno era dedicato alla costruzione dei trattori, mentre la sera era riservata alle automobili e alla sua grande passione per la velocità. Stava preparando una Fiat Topolino in versione “corsa” con la quale partecipò alla XV edizione della Mille Miglia con il compagno Gianluigi Baglioni.

Nel 1951 fu inaugurato il vero stabilimento per la Trattori Lamborghini, inizialmente gestita come una grande famiglia da Ferruccio e Annita, poi l’azienda si adeguò all’intensificata produzione. Ferruccio ha sempre avuto un grande intuito ed intelligenza, capiva i bisogni dei clienti e lo faceva prima della concorrenza. A distanza di un anno dal suo primo viaggio in USA, costruì uno stabilimento per la sede della Lamborghini Calor, “In America tutti ian al condiziunator, prima o poi arriverà anche da noi”. “Facciamo trattori che alla fine di ogni anno ci costano cinquanta milioni in pubblicità… costruendo auto…”, nella seconda metà del 1962 fondò la Lamborghini Auto, “ho preso gli uomini migliori delle altre aziende…”, Bizzarrini, Dallara, Malossi, Stanzani… e il Toro fece il suo debutto con la 350 GTV, nuova e coraggiosa con la linea firmata Scaglione, successivamente affidata alla Touring.

Con la 400 Gt fu consacrato nel gotha automobilistico, Ferruccio spedì una cartolina dagli USA con la scritta “Lamborghini Italia” e fu recapitata. Nel 1966,a Ginevra, presentarono la Miura color arancio e fu subito leggenda, “l’italiana più sinuosa dopo Sofia Loren”. Marzal, Espada, Islero, Urraco fino ad arrivare ad un altro grande successo la Countach. Nel 1974 Ferruccio sentì che non aveva più quello stimolo che lo aveva portato a creare le sue aziende, “un imprenditore non deve mai legarsi troppo a ciò che fa”. Ritrovò vitalità nella terra e si trasferì a Panicarola nella sua tenuta agricola. Morì improvvisamente il 20 febbraio del 1993. “E poi… questi Uomini non muoiono mai”.