Viaggio al chiaro di luna con una Austin 7

Austin 7 - Stephen Griswold

Per il mio decimo compleanno ricevetti una sorpresa inaspettata!

Mio padre decise di strabiliarmi e mi donò un’automobile. Frank, mio papà, trovò una Austin 7, che apparteneva a un poliziotto della zona, e ritenne che sarebbe stata perfetta come prima “auto scuola”. Sia per imparare a mettere le mani in pasta e fare le manutenzioni, che per affinare le mie abilità di guida.

Frank non scelse una semplice Austin 7, ma un’auto preparata dall’inglese Cambridge Engineering. Aveva un aspetto decisamente sportivo, come una J2 MG, con la testa del cilindro in lega ad alta compressione, per renderla più performante. Era molto leggera grazie alla sua carrozzeria in lega, che migliorò molto le prestazioni.

L’idea di mio padre era quella di farmi restaurare l’auto per acquisire le competenze meccaniche e le basi tecniche del suo funzionamento.
Per prima cosa, divenni membro del Club dei proprietari di Austin Seven del Regno Unito. Questa fu una mossa vincente che mi aiutò molto come neofita di quest’auto. A quei tempi, prima dell’avvento di Internet, ricevevo sempre delle belle lettere, piene di informazioni utili raccolte dai loro numerosi membri.

La maggior parte dei pezzi di ricambio che ordinai erano usati e mi venivano consegnati avvolti in fogli di quotidiani locali.
Iniziai a ricostruire la mia Austin 7 al meglio delle mie capacità. Avevo dieci anni ed ero molto cauto, chiedevo spesso consiglio a mio padre. Dopo circa otto mesi, l’auto era pronta per essere testata. La soddisfazione e l’entusiasmo di quel momento sono ancora vivi. Non era completamente montata, c’erano cose come le luci e le alette, che dovevano ancora essere posizionate, ma volevo guidarla. Mi domandavo in continuazione: “Ho superato l’esame di meccanica?”.

Avevo da poco compiuto gli anni e in una calda serata di luglio con la luna piena decisi di farmi un regalino facendo un giro sulle strade locali con l’Austin 7. Effetto del plenilunio, non so, ma quella notte mi sentivo molto scaltro. Eh che idea, mi sembrava strepitosa. Perché accendere le luci di posizione con una la luce lunare così intensa?. Tutto andò bene e fu facile vedere il percorso con una luna così luminosa. Decisi di passare dalla strada locale dove si appartavano gli “amanti”. Era sabato sera ed era piena di coppie sulle loro auto. Feci un sorpasso e al secondo, vidi un’intensa luce rossa intermittente: la polizia locale! Oh my God, Nooo!!! Mi seguirono per un po’ e poi mi fecero fermare sul lato della strada.

Videro che l’auto era sprovvista di fari e mi chiesero se fossi pazzo a guidare in quelle condizioni di notte, oltre al fatto che avessi solo undici anni e fossi privo di patente. Non so quale fosse la cosa più grave!

Fui arrestato, mi misero sul sedile posteriore della volante e mi portarono alla stazione di polizia di Wayne, dove mi rinchiusero in una cella.

All’epoca le comunità erano meno numerose e ci conoscevamo tutti. Mi fu permesso di fare una chiamata e pensai di chiedere aiuto a mia madre. A mezzanotte circa, venne a liberarmi e mi portò a casa. L’avventura non era ancora finita. Il giorno seguente, dovemmo incontrare il capitano della polizia, Bones. Era un amante delle piante e mia madre, molto astuta, gli disse quanto fossero belli i suoi fiori, che notava spesso, passando davanti a casa sua quando si recava al mercato. Il signor Pollice Verde si fece incantare dalle lusinghe e non ebbe più interesse a parlare di me. Di sicuro dimostravo più dei miei undici anni, perché si limitò ad avvertirmi di stare alla larga dalle strade pubbliche senza i fari accesi, specialmente di notte!

Così mia mamma mi salvò, un vero tesoro!

Fu un’avventura davvero eccitante. La lezione l’avevo imparata, ma per colpa della magia della luna piena uscii ancora una volta in auto di notte senza fari accesi. Tornai a casa sano e salvo senza incontri in divisa!