Pietro Frua

Pietro Frua - OSCA MT4 1450

Con quale auto dalla linea Frua vorreste correre verso il futuro?

Pietro Frua classe 1913, è uno dei principali progettisti e disegnatore di automobili italiane degli anni ‘50 e ’60. A soli diciassette anni, dopo aver conseguito il diploma di disegnatore tecnico alla Scuola Fiat, fu assunto negli Stabilimenti Farina, prima come disegnatore e poco dopo come direttore tecnico. Lasciò la prestigiosa Carrozzeria per mettersi in proprio, mettendo in luce il suo stile caratterizzato dalla sobrietà, dall’equilibrio e dall’inconfondibile eleganza.

Dalla sua prima auto, una Fiat 1100 A Sport Barchetta nel 1946, collaborò con le più prestigiose case automobilistiche nazionali e estere. Nel 1950 iniziò la fruttuosa e duratura cooperazione con la Maserati, in primis con la coupé e spider della A6G, a cui seguì la 3500 GT Spider, che strizzava l’occhio agli Stati Uniti. Nel 1957 Frua vendette la società alla Carrozzeria Ghia e ne divenne capo dell’ufficio design. Fu lo stesso periodo dello sviluppo della Renault Floride che generò, tra Ghia e Frua, un acceso contenzioso di paternità che lo fece tornare indipendente.

Pietro Frua, con il rigore e la sua attenzione al minimo dettaglio, progettò e costruì più di 200 pezzi unici, prototipi, veicoli di piccole e grandi serie. Interessanti da ricordare la Studebaker Lark Italsuisse, le Citoên GT 19 e GT21, la Maserati 5000 GT del ‘62 realizzata per l’Aga Khan. L’anno successivo la Quattroporte e la Mistral, sempre del tridente, presentate al Salone di Torino. In quegli anni collaborò anche con la tedesca Glas, che poi divenne BMW. Tra i risultati ci fu anche la cosiddetta Glaserati, la 2600 V8 con evidenti richiami alla Maserati. Prima di giungere alla creazione della Rolls Royce Phantom VI, ci furono la AC 428, varie Monteverdi GT e la BMW 3000, un pezzo unico del 1967.
Dopo la sua scomparsa, avvenuta poche settimane dopo il suo settantesimo compleanno, fu definito “l’ultimo romantico fra i carrozzieri italiani”.

 

Nella fotografia di copertina un altro suo capolavoro: OSCA MT4 1450