Ospiti di Mauro Bonaccini
Chiamale se vuoi coincidenze, ma quando la ricerca di “Mani Sapienti” è la priorità, come si fa a parlare di fortuna. Un’immediata sintonia, di quelle che non hanno bisogno di troppe parole. Con prontezza si organizza una serata tra amici.
Prima saziamo gli occhi al “Tempio del signor Mauro Bonaccini” e poi, durante la cena la piacevole sensazione di far parte di un gruppo affiatato, anche solo per una sera. La passione per l’auto d’epoca non è l’unico collante. Al tavolo si è gustato il piacere della vera amicizia, quella sincera, fatta di collaborazione, di scherzi e di stima. Molte, moltissime le risate. Grazie per la calorosa accoglienza ai signori Mauro.
E’ lì coi suoi giochi e lo sguardo chiaro.
Un bambino, che è rimasto tale, che ora è diventato grande ed è capace di farseli con le sue mani.
Per tutta la vita è stato battilastra, conosciuto e cercato da tutti ancora oggi.
La lamiera, se non la conosci, ti frega sempre dove non te lo aspetti. Puoi esser bravo quanto vuoi ma una telefonata a Mauro Bonaccini può essere il rimedio che ti salva dal problemaccio.
Adesso, in pensione, può finalmente fare solo quello che gli piace e vivere con i suoi modelli, in un mondo di bello e di cose sognate.
Modellini? No, non sono modellini, sono Modelli.
Il tempio è in tre stanze piene zeppe di modelli di auto, in tutte le scale.
Uno a sette gli è congeniale, ma il capolavoro è uno a due: la Maserati 250, grande come mezza macchina vera; se volesse saprebbe fare pure quella, lo ha fatto per tutta la vita ed i segreti li conosce tutti, fino a molto lontano.
Le sto fotografando, quelle auto quasi vere. Una ad una, Mauro, le toglie dalla vetrina e le mette sul set.
Ed una ad una sono ricontrollate per la millesima volta. “Quel mozzo si è allentato”, “Quella vite è da stringere”, “Sai come ho fatto quel profilo?”,”Sai dove ho trovato quel pezzo?.”
“Vedi come è lavorata lì?”
Provo ad immaginare le acrobazie della mente e delle mani. Lo osservo e mi vengono in mente le parole di Gianni Rodari “un sasso gettato in uno stagno… produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio”, si questo è Mauro Bonaccini.
Ed è lamiera, piccola, sottile, lavorata come quella grande. Ti devi costruire anche gli utensili, o inventarli, o rubarli da altri settori, con buona pace di Benvenuto Cellini e degli orafi tutti.
Ed ore ed ore ed ore. Quante ore? Non si sa, ma i mesi sono tanti, per un solo modello.
Maniacale, anche adesso che sono finiti, “quella maniglia non si chiude come dovrebbe – vedi che lo sportello della benzina si apre bene? – spetta che c’è una vite che non batte pari – c’è un bullone da regolare e le molle che lavorano, le vedi?”.
“La stoffa dei sedili, guarda che bella e di quel fanale che ne dici?”
“Vuoi aprire il cofano o il baule?”
Parla sottovoce, quasi con sé stesso, mentre tocca, pulisce, regola, prova, stringe. Gioca.
Ma è un sogno di auto vere, leggendarie, belle che più non si può. Morgan, Bugatti, Maserati 6CM, Maserati 420/M/58 Eldorado, Cisitalia, Ferrari 250GTO.
Incanta anche te, coi suoi modelli.
Si chiama Passione.