Il talento per la realizzazione di carrozzerie era una costante di famiglia per Alfredo Vignale. Il padre, gli zii e i fratelli lavoravano come verniciatori di automobili. Dall’età di undici anni fu apprendista battilastra e a 17 divenne assistente battilastra presso gli Stabilimenti Farina.
Alla fine del 1946 cominciò la sua attività in via Cigliano a Torino: nacque la Carrozzeria Vignale. Nell’impresa c’erano anche i due fratelli. L’Italia stava vivendo un periodo di ripresa. Nuove energie, progetti e realizzazioni anche in ambito automobilistico.
La Carrozzeria Vignale iniziò con tre coupé speciali aerodinamici per la Cisitalia. Poi ci fu la Fiat Topolino, che divenne l’esempio di una carrozzeria di successo. Dopo il secondo premio in una gara di design ricevette incarichi dalla Lancia e dalla Fiat.
Il suo importante successo fu determinato dalla collaborazione con la Ferrari per produrre auto da corsa. Questa cooperazione iniziò nel 1950 e durò quattro anni dando vita a circa 156 carrozzerie. Vignale collaborava con il grande amico Giovanni Michelotti, l’audace designer. Alfredo era l’uomo giusto per trasformare le idee di Michelotti in metallo. Insieme divennero gli architetti di automobili, capaci di unire vivacità ed eleganza.
La prima Ferrari carrozzata Vignale fu una 166 MM, telaio numero 0062. Ogni sua carrozzeria era personalizzata, aveva un carattere particolare. Come la novità del bicolore che divenne un marchio Vignale.
Gli anni ’52 e ’53, invece, si possono chiamare “il periodo degli sfoghi d’aria”, per i due o tre sfoghi d’aria ovali o ovaidali che possiamo ritrovare in alcune Ferrari che portano la sua firma.
Il geniale carrozziere realizzava anche tutti i particolari, considerandoli parte integrante del design della vettura.
Volle realizzare solo pezzi unici, massimo dodici esemplari per disegno. Lui stesso si definiva l’artista del metallo.
Firmò centinaia di carrozzerie, per esempio molte OSCA, Abarth, Cisitalia. Vestì anche autovetture oltreoceano, la Cunningham C-3, Packard convertibile, Cadillac Bill Frick speciale. La splendida BMW 507 convertibile. E ancora la Triumph Italia 2000 Vignale coupé. Sempre nuove sfide come la Aston Martin DB4 per il re Baldovino. Per il Tridente costruí la famosa 3500 GT Vignale spider. Mentre per FIAT la Gamine spider.
Nel 1968 a Torino espose la sua ultima Ferrari, una station wagon realizzata su telaio della Ferrari 330 GT 2+2, su richiesta di Luigi Chinetti.
La scelta della produzione artigianale, fu la causa di una crisi finanziaria alla fine degli anni Sessanta.
De Tomaso, cha aveva già rilevato la Ghia, in società con la Ford Motor Company, avviò la trattiva per l’acquisizione della Carrozzeria Vignale. Proprio nel passaggio di proprietà alla Ghia, Alfredo ebbe un tragico incidente stradale, era il 1969. Così che la produzione della Pantera fu avviata negli stabilimenti di Grugliasco, ma uscì con il marchio Ghia.
Alfredo Vignale fu un uomo semplice e un formidabile artista che ha contribuito alla rinascita del settore automobilistico nell’Italia del dopoguerra.